Tatjana Kasatkina, direttrice del Dipartimento di Teoria della letteratura mondiale all'Accademia delle Scienze di Mosca e tra le più grandi esperte di Dostoevskij ... è stata intervistata da Federico Federico Ferraù, del sussidiario.net ... Antonio Socci me l'ha postata ed io vorrei che leggeste, questa bella intervista, voi che passate di qui... Magutta

Ecco perché la Chiesa vive di dialogo e misericordia invece di puntare il dito, di lanciare anatemi e di accendere roghi (una pagina formidabile su Gesù: leggetela!!!)

Posted: 27 Jan 2012 11:14 AM PST

Sono rimasto folgorato! Federico Ferraù, del sussidiario.net, ha fatto un’intervista a Tat’jana Kasatkina, studiosa di letteratura russa, tra i maggiori esperti al mondo di Fëdor Dostoevskij.

Potete leggerla tutta sul sito del Sussidiario. Ma qui ne trascrivo un brano sulla “leggenda del grande Inquisitore”, perché mi pare di eccezionale bellezza.

Domanda – Gesù (nella “leggenda del Grande inquisitore” di Dostoevskij) non dice parola, ma alla fine bacia il vecchio. Qual è la sua lettura di questo artificio finale dello scrittore?

 Risposta – Qui si commette sempre un errore fondamentale. Perché Cristo non tace: al contrario, dice due sole parole, importantissime: talità kumi, «fanciulla, alzati». Le si può capire solo in relazione all’inizio di questo straordinario capitolo, che ha un andamento circolare.

All’inizio della «Leggenda» Ivan racconta della madre di Gesù, che si getta in ginocchio davanti a Dio implorandolo di perdonare tutti i peccatori senza eccezione. Quando Dio le mostra i piedi e le mani trafitti del Figlio, chiedendole: Come faccio a perdonare i suoi carnefici?, lei ordina a tutti i santi e gli arcangeli di mettersi in ginocchio con lei e di pregare per tutti.

È questo il vero inizio della Leggenda, che finisce col bacio di Cristo. Le due parti parlano della stessa cosa: del fatto che Cristo non ha nemici. Cristo torna sulla Terra per cercare l’umanità come figlia e come sposa. Perciò, quando dice «fanciulla, alzati» non lo sta dicendo solo alla ragazza che giace davanti a lui, ma a tutta l’umanità e a tutta la Chiesa.

Domanda – Compreso l’inquisitore?

Risposta –  Sì, perché egli non è solo un avversario, ma anche un membro del corpo di Cristo che è la Chiesa. Anche lui «è» questa fanciulla che Cristo è venuto a risvegliare. Per questo, alla fine, lo bacia.

Il grande inquisitore lotta contro Cristo, ma Cristo non lotta contro il grande inquisitore; il bacio vuol dire che Cristo è venuto per adottare i propri nemici, per diventare loro fratello. Noi possiamo essere nemici di Cristo, ma egli non può essere nostro nemico. Si può aggiungere: i veri cristiani non hanno nemici; possono combattere solo per qualcosa, mai contro.

Domanda – Che cosa rappresenta per lei questo testo?

Risposta – Ha chiarito definitivamente in me una domanda che avevo sul senso della salvezza. Sappiamo che si salverà chi percorrerà la «via stretta», non la «via larga». Ma le spiegazioni che ho sentito per queste espressioni non mi hanno mai soddisfatto, fino a che non ho trovato la risposta nella «Leggenda». Ognuno deve andare a Cristo seguendo la strada che è fatta solo per lui. La via larga mi pare quella delle regole comuni, mentre la via stretta è quella che appartiene solo a me come singolo. Nessuno può fare la mia strada, come io non posso fare quella di un altro.

Domanda – Perché la «Leggenda del grande inquisitore» è sempre attuale?

Risposta – Perché non siamo ancora compiutamente cristiani.

Mio commento finale:  non vi pare che dobbiamo tutti meditare su queste parole?

Un grazie a Federico Ferraù e al Sussidiario.net

Antonio Socci


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